martedì 25 ottobre 2011

RECENSIONE MUSICA: Justice - Audio, Video, Disco

Dopo una recensione a tema cinematografico, ritorno al mio argomento preferito trattando un album uscito proprio ieri, "Audio, Video, Disco", nuovo e attesissimo lavoro dei Justice, duo francese di musica elettronica.




Il loro album precedente, "Cross", è stato definito un capolavoro della cosiddetta "post-french-touch", e vennero presi ormai come eredi dei Daft Punk. Con questo nuovo album, invece, i due acquisiscono un proprio stile personale, anche se ben lontano da quello precedente.

Questo cosa significa? Che chi amava l'aggressività, la ruvidezza e la potenza dei Justice di 4 anni fa, resterà profondamente deluso da "Audio, Video, Disco", poiché gran parte della spigolosità è stata sacrificata in nome del rock più duro e puro.

------------------------------

Si parte con "Horsepower", vero e proprio monumento alle colonne sonore dei telefilm d'azione anni '80.
Già da questa prima traccia si nota immediatamente un cambiamento di sound nel duo: tutto suona più Rock & Roll, più pulito, levigato, ordinato.
La canzone è composta da una presentazione "epicizzata" da un crescendo di chitarre elettriche e melodie a là "Queen", per poi sfociare però in melodie un tantino banali e che stancano relativamente in fretta. Ottima canzone d'apertura, ma "Genesis" era di un altro pianeta.

------------------------------

Passati i 3:40 minuti dall'avvio del player, si passa a "Civilization", tra le canzoni che più si avvicinano ai sound del lavoro precedente, con i loro (ex) suoni sporchi, compressi, grattosi... E, a mio parere, anche la canzone migliore dell'album. Peccato solo per il beat ben poco intrigante (che al massimo gioca sugli hats), ma purtroppo questo è un difetto che si protrarrà per tutto l'album.



Video di "Civilization", singolo che ha preceduto l'uscita dell'album.

La canzone successiva, Ohio, ne è l'esempio perfetto, sfoggiando cori, bassi e melodie interessanti, ma spiazzando l'ascoltatore all'arrivo delle percussioni, fastidiose a dir poco. Un beat strascicato, "rimbalzante", che malissimo si presta alla pulizia e alla sobrietà del resto.

------------------------------

A sorprenderci (in positivo, stavolta) è la canzone che la segue, "Canon", che non si riferisce alla marca di apparecchi fotografici, ma ad una delle migliori canzoni dell'album, la quale apre con un intro piuttosto fine a se stesso ma che inizia energicamente con delle chitarre elettriche molto basse, a far da tappeto alla melodia centrale con molta efficacia. Verso metà, si riprende con il crescendo di chitarre elettriche (già incontrato in apertura, anche se in modo diverso), per poi chiudere con classe in un diminuendo.

------------------------------

Purtroppo "On'n'On", 6° canzone dell'album, risulta invece molto scialba, tormentata per tutto il tempo da una pallosissima voce e da melodie totalmente insipide. Riempitivo evitabile, almeno quanto "Brianvision", la canzone più noiosa che i Justice abbiano mai composto, ripetitiva e banale alla nausea.

------------------------------

Dopo la pesante caduta di stile, si riprende in grande stile con "Parade"; bassi splendidi, ad accompagnare inizialmente synth e in seguito cori, tutto rigorosamente scandito da battiti alla "We will rock you", con tanto di clap amplificati.

------------------------------

Dopo la canzone seguente, la simpatica "New Lands" (che sembra in tutto e per tutto una canzone hard rock, con un ritornello killer), si passa all'ottimo elettropop di "Helix", forse penalizzato da un'eccessiva durata che la rende ripetitiva verso la fine.

------------------------------

E infine, a chiudere le danze, c'è la title track, la più incazzata fra le canzoni del disco, e anche la più vicina ai "vecchi" Justice... O almeno, per i primi 4 minuti. Passati questi, la canzone diventa una lagna totale, addirittura interrotta da 2 minuti di silenzio (volevano lasciare il tempo per il riposino)?
Perlomeno, fino al 4° minuto si lascia ascoltare piacevolissimamente, i synth accompagnano perfettamente la voce modificata, e il beat svolge fa il suo sporco lavoro, pur senza strafare.



Lo splendido video di "Audio, Video, Disco".

------------------------------

"Audio, Video, Disco" è un album che spaccherà in due la critica ma soprattutto i fan, poiché coloro che erano troppo affezionati al loro vecchio sound inorridiranno all'ascolto, mentre quelli più flessibili, che apprezzeranno la loro "rockettizzazione", se ne innamoreranno fin da subito.
Io mi piazzo in mezzo; personalmente premio il loro tentativo di acquisire la loro personalità attingendo da fonti rock che all'elettronica mancavano da un sacco di tempo, ma devo pur sempre riconoscere che non sempre l'esperimento risulta riuscito, e le pecche non mancano di certo (beat prevedibili e banali, mancanza di aggressività e totale assenza di originalità).

Nonostante tutto, resta un buon album che vi strapperà più di un ascolto. Rivolgetegli un ascolto, provare non ha mai fatto male a nessuno ;)

VOTO: 6.4

Nessun commento:

Posta un commento